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Attività
Hiking
Wine Tasting -
Durata
5h 🥾
3h 🚲 -
Lunghezza
12 Km
Loop -
Difficoltà/Livello
Facile
T-E -
Interessi
Cultura/natura
Enogastronomia









L’itinerario Casamassella-Minervino sul Sentiero dei Mulini e delle antiche Vigne è un viaggio attraverso la memoria rurale del Salento, un sentiero che intreccia la storia del vino, l’operosità dei frantoi e il fascino senza tempo dei paesaggi agricoli. Camminare lungo questo percorso significa riscoprire antiche tradizioni e metodi di lavorazione che hanno modellato il territorio e la sua cultura.
“ Se ascolti il vento tra i filari, forse sentirai ancora il suono dei passi di chi, secoli fa, ha dato a queste terre il loro spirito autentico”.
Casamassella: Il Borgo del Tempo, tra Mulini, Vigne e Tradizione
Casamassella è un luogo in cui la storia si intreccia con la terra, dove le antiche tradizioni contadine convivono con il respiro del passato. Situato nel cuore del Salento, questo piccolo borgo ha visto passare pellegrini, mercanti e contadini, diventando nel tempo un punto di riferimento per la lavorazione della terra e la produzione agricola. Qui, il ritmo della vita è sempre stato scandito dal lavoro nei campi, dal rumore delle macine dei mulini e dal profumo del mosto che fermentava nelle vasche di pietra. Le sue tradizioni si riflettono ancora oggi nelle Tavole di San Giuseppe, un rito di ospitalità e condivisione che celebra l’abbondanza e il senso di comunità, e nella Fondazione Le Costantine, custode dell’antica arte della tessitura, espressione di un passato in cui il lavoro manuale era un simbolo di connessione con la terra. Casamassella è un luogo in cui ogni gesto e ogni tradizione parlano di un passato fatto di fatica, ma anche di bellezza e semplicità.
Da Casamassella parte un cammino nella memoria agricola del Salento, un itinerario che conduce verso Minervino, tra antichi mulini e palmenti rupestri, dove la pietra racconta il lavoro dell’uomo. Qui, le vigne di Negroamaro e Primitivo crescono su terra rossa, custodi di una tradizione vitivinicola millenaria. Il percorso attraversa masserie fortificate, sentieri tracciati dai contadini e luoghi di culto ancestrali, dove il vino non era solo un alimento, ma un simbolo di festa, spiritualità e condivisione. Camminare o pedalare da Casamassella a Minervino significa immergersi in un paesaggio che parla di fatica e generosità, dove ogni tralcio di vite e ogni macina in pietra raccontano la storia di chi ha reso questa terra feconda.
Casamassella: dove la storia e la terra si incontrano
Il cammino inizia a Casamassella, questo piccolo borgo che conserva intatto il legame con la sua terra. Qui, il paesaggio è un mosaico di uliveti e vigneti, trame naturali che raccontano storie di mani esperte e di antiche conoscenze tramandate nel tempo. Sin dall’epoca messapica e romana, il Salento è stato terra di produzione vinicola. Casamassella, con le sue vigne secolari, ha visto passare generazioni di viticoltori, i cui metodi di vinificazione erano radicati in una tradizione che si sposava con la pietra e la fatica dell’uomo.
I palmenti di pietra: il battito antico del vino
Lungo il sentiero, tra i vigneti più antichi, si incontrano i palmenti di pietra, vasche scavate nella roccia dove un tempo veniva pigiata l’uva. Qui, senza l’uso di macchine, il mosto scorreva lentamente dalle vasche di pigiatura a quelle di fermentazione, seguendo un metodo naturale che esaltava i profumi e la qualità delle uve locali. I palmenti erano spesso costruiti vicino ai filari, integrati armoniosamente nel paesaggio rurale. Con il tramonto, le ombre si allungavano su queste pietre lavorate, raccontando il rito antico della vendemmia, quando famiglie intere si riunivano per trasformare i grappoli maturi nel primo mosto, che poi veniva raccolto in orci di terracotta e lasciato fermentare sotto il controllo attento dei vignaioli.
Tra filari e macine: il vino e l’olio di Casamassella
Dopo aver attraversato i filari secolari, il percorso prosegue verso Uggiano la Chiesa prima e poi verso Minervino un borgo che conserva il fascino delle sue tradizioni agricole. Qui, oltre al vino, l’altro protagonista è l’olio extravergine d’oliva, prodotto da secoli nei frantoi ipogei scavati nel tufo. Uno dei più suggestivi è il frantoio del Mulino a Vento, risalente al 1688, dove le grandi macine di pietra un tempo frantumavano le olive, raccogliendone l’olio con metodi antichi. In questi ambienti sotterranei, l’odore intenso dell’olio si mescolava alla frescura della pietra, mentre il lavoro incessante degli uomini assicurava che ogni goccia di quell’oro verde fosse estratta con cura.
Un percorso tra gusto e storia
Lungo questo itinerario, ogni passo è un’immersione in un passato che ancora oggi si respira nei colori della terra e nei sapori del territorio. Il viaggio si conclude con una sosta nelle cantine locali, dove si possono degustare vini come il Negroamaro e il Primitivo, accompagnati da prodotti tipici salentini. Il rosso intenso del vino rievoca la passione e la dedizione con cui queste terre sono state coltivate per secoli. Il suono del bicchiere che si riempie è lo stesso che riecheggiava nei palmenti di pietra quando il mosto iniziava la sua trasformazione in nettare prezioso.
Lasciati guidare dal passato
L’itinerario Casamassella–Minervino tra mulini e antiche vigne non è solo un percorso fisico, ma un viaggio attraverso il cuore agricolo e culturale del Salento. Ogni tappa è un racconto, ogni vite un testimone silenzioso del tempo, ogni palmento un monumento alla tradizione vinicola che ha reso questa terra un luogo unico.
L’itinerario Casamassella-Uggiano la Chiesa non è solo un percorso fisico, ma un viaggio attraverso il cuore agricolo e culturale del Salento. Ogni tappa è un racconto, ogni vite un testimone silenzioso del tempo, ogni palmento un monumento alla tradizione vinicola che ha reso questa terra un luogo unico.
Un viaggio nel tempo, alla scoperta delle radici più profonde della viticoltura salentina, tra palmenti scavati nella roccia, menhir dimenticati e il legame indissolubile tra terra, pietra e vino.
Il vino come memoria e identità
Il percorso da Casamassella a Minervino non è solo un viaggio tra vigne e pietre, ma un racconto di uomini e di dèi, di antichi riti legati al ciclo della vite e della terra. Ogni calice di Negroamaro è una storia, ogni palmento un capitolo della memoria salentina.
Se chiudi gli occhi, potresti sentire ancora il canto dei vendemmiatori e il sussurro delle preghiere tra i filari. Sei pronto a scoprire il mistero del vino di Casamassella?
Casamassella: la terra e la pietra, custodi di antichi saperi
Casamassella è un borgo dove la pietra parla e racconta storie. Qui, i vigneti si intrecciano con le trame della terra rossa e con la storia di un popolo che ha sempre lavorato con le mani e con il cuore. Camminando lungo il sentiero che porta a Minervino di Lecce, si incontrano i primi segni di una tradizione antica: i palmenti di pietra, vasche scavate direttamente nella roccia calcarenitica, dove per secoli si è svolta la vinificazione. Queste strutture rudimentali erano l’essenza della produzione vinicola nel Salento prima dell’avvento delle moderne cantine. Qui, il Negroamaro prendeva vita, trasformandosi in quel vino robusto e carico di storia che ancora oggi identifica questa terra.
I palmenti di pietra: la vinificazione scolpita nella roccia
I palmenti rupestri erano il cuore della produzione vinicola nel Salento. Ogni comunità rurale ne possedeva diversi, spesso scavati in zone sopraelevate, per favorire lo scorrimento naturale del mosto nelle diverse vasche di fermentazione. Qui, la vinificazione avveniva secondo un processo completamente naturale:
1.La pigiatura – I grappoli venivano pigiati a piedi direttamente nella prima vasca, liberando il succo dagli acini.
2.La fermentazione spontanea – Il mosto scorreva nella masca inferiore, dove veniva lasciato fermentare grazie ai lieviti presenti sulle bucce.
3.La raccolta e l’affinamento – Dopo alcuni giorni, il vino veniva trasferito in giare di terracotta o botti di legno per completare la maturazione.
Questi palmenti erano luoghi di lavoro, ma anche di comunità, dove la vendemmia diventava un rito collettivo, fatto di fatica, festa e preghiere alla terra affinché il raccolto fosse generoso.
Il Negroamaro e il vino rosato: l’essenza del Salento
Il Negroamaro è il vitigno simbolo del Salento, e la sua storia si perde nella notte dei tempi. Alcuni studiosi ipotizzano che fosse coltivato qui già in epoca messapica e romana, portato dai Greci attraverso le rotte del Mediterraneo. Il nome stesso richiama le sue caratteristiche distintive:
•Negro, per il colore intenso e profondo della sua buccia;
•Amaro, per il retrogusto leggermente tannico che lo contraddistingue.
Oltre alla produzione di vini rossi strutturati, il Negroamaro è stato anche la base del vino rosato salentino, un prodotto nato proprio grazie alla vinificazione nei palmenti di pietra. Il contatto limitato con le bucce dava origine a un rosato di straordinaria freschezza, già apprezzato in epoca romana e oggi considerato uno dei rosati più eleganti d’Italia. Lungo il percorso, tra le vigne e i sentieri scavati nel tufo, si percepisce ancora il profumo di quei mosti fermentati all’aria aperta, il suono delle mani che raccoglievano i grappoli, il legame profondo tra l’uomo e la sua terra.
Minervino e le sue pietre sacre: il legame tra terra e cielo
Arrivando a Minervino di Lecce, la pietra si trasforma da strumento di vinificazione a elemento sacro. Qui, oltre ai palmenti rupestri, si trovano alcuni tra i menhir più imponenti del Salento, testimoni di antichi culti e rituali legati alla fertilità della terra.
Menhir San Giovanni Malcantone
Uno dei più misteriosi è il Menhir San Giovanni Malcantone, un’enorme pietra eretta che si dice fosse utilizzata come calendario litico, orientato secondo il movimento del sole. Secondo alcune teorie, proprio qui i popoli antichi celebravano riti propiziatori per il raccolto e la vendemmia, ringraziando le divinità della terra per il frutto della vite.
Menhir Croce di Bagnolo
Poco distante, il Menhir Croce di Bagnolo si erge solitario tra i campi, ancora avvolto nel mistero del suo utilizzo originario. Qui, le stelle sembrano danzare sopra le viti nelle notti più limpide, ricordando che il vino, il cielo e la terra sono sempre stati legati da un filo invisibile.
Cantine Menhir: il passato che diventa presente
A pochi passi dal centro di Minervino si trova Cantine Menhir, un luogo che incarna alla perfezione la continuità tra tradizione e innovazione. Qui, il Negroamaro e il vino rosato salentino vengono prodotti con un’attenzione particolare alla storia e alla sostenibilità, recuperando le antiche tecniche vinicole ma con un approccio moderno. Visitare questa cantina significa tornare indietro nel tempo, riassaporare il gusto autentico di un vino che ha attraversato i millenni, e comprendere come le radici della viticoltura salentina affondino nelle profondità della terra e della pietra.
Un viaggio tra pietre, vigne e memoria
L’itinerario Casamassella – Minervino, tra mulini e antiche vigne è molto più di un semplice cammino: è una celebrazione della storia agricola del Salento, un percorso che unisce il sudore degli agricoltori, il suono delle macine dei mulini e la sacralità delle pietre erette verso il cielo. Se ti fermerai accanto a un palmento, potresti ancora sentire il profumo del mosto che fermenta, il canto dei vendemmiatori, il richiamo di un tempo che continua a vivere nel vino e nella pietra. E quando arriverai a Minervino, forse alzerai il calice verso il menhir più vicino, rendendo omaggio alla storia che ti ha portato fin qui. Camminare da Casamassella a Minervino è come sfogliare un libro di storia antica scritto sulla pietra e sul vino. La strada è fiancheggiata da vigneti di Negroamaro e Primitivo, ulivi secolari e palmenti rupestri, antiche vasche scavate nella roccia dove per secoli si è svolta la vinificazione. Qui, la pietra è memoria: dai menhir misteriosi che si stagliano tra i campi, ai mulini a vento che un tempo macinavano il grano per le masserie. Ogni passo racconta una storia di lavoro, sacralità e devozione alla terra. Il vino è l’anima di questa terra: il Negroamaro con il suo colore profondo e il rosato salentino con i riflessi di tramonto. Non è solo una bevanda, ma un rito, un racconto di vigne battute dal vento e di uva raccolta sotto il sole rovente del Salento.
📍 Schede dei Punti di Interesse
1. I Palmenti Rupestri: le cantine nella pietra
📍 Posizione: Tra Casamassella e Minervino
📅 Epoca: Età del Bronzo – Medioevo
📏 Caratteristiche: Vasche scavate nella roccia calcarenitica
Descrizione: I palmenti rupestri sono tra le testimonianze più affascinanti della viticoltura antica nel Salento. Scavati direttamente nella roccia, questi palmenti erano utilizzati per la pigiatura dell’uva e la prima fermentazione. La struttura semplice ma ingegnosa permetteva di raccogliere il mosto che, scorrendo attraverso canalette di pietra, finiva in vasche di fermentazione più piccole.
Leggenda: Si racconta che, durante le notti di vendemmia, i palmenti si trasformassero in luoghi di festa e preghiera, dove i contadini invocavano Dioniso, il dio del vino, affinché il raccolto fosse abbondante.
🍇 Tipologie di vini prodotti:
•Negroamaro: Vino rosso intenso, con note di frutti rossi e spezie.
•Rosato salentino: Fresco, con sentori di fragola e agrumi.
•Primitivo: Corposo, con note di prugna e cioccolato.
2. Il Menhir San Giovanni Malcantone: la pietra sacra tra cielo e terra
📍 Posizione: Minervino di Lecce
📅 Epoca: Età del Ferro (circa 1000 a.C.)
📏 Altezza: 4 metri
Descrizione: Il Menhir San Giovanni Malcantone è il più imponente della zona. La particolarità di questo menhir è la sua posizione: secondo alcuni studi, sarebbe allineato con il solstizio d’estate, proiettando un’ombra perfetta verso l’ingresso di un antico palmento.
📖 Leggenda: La tradizione popolare racconta che, nella notte di San Giovanni, il menhir venisse avvolto da fuochi fatui, spiriti dei contadini defunti che proteggevano le vigne.
🌿 Flora circostante: Ulivi secolari, corbezzoli, rosmarino selvatico.
3. I Mulini di Minervino: il battito della terra
📍 Posizione: A sud di Minervino
📅 Epoca: Medioevo
📏 Tipologia: Mulini a vento e ad acqua
Descrizione: I mulini di Minervino raccontano una storia di lavoro e di fatica. Utilizzati per macinare il grano, erano un punto di riferimento per le comunità rurali. Le pale dei mulini, mosse dal vento che soffia dal mare, sembravano braccia protese verso il cielo.
📖 Leggenda: Si narra che, nelle notti di tempesta, i mulini prendessero vita, e che il suono delle pale fosse il canto delle anime dei mugnai, intrappolate tra le mura di pietra.
🌿 Flora circostante: Papaveri, asfodeli, ginestre.
4. Cantine Menhir: il vino come memoria
📍 Posizione: Minervino di Lecce
📅 Fondazione: 2005 (storia del vino dal Medioevo)
📏 Produzione: Negroamaro, Primitivo, Rosato, Susumaniello
Descrizione: Le Cantine Menhir sono l’erede moderno di una tradizione antica. Qui, la produzione vinicola è un’arte che unisce tecniche tradizionali e innovazione. Le botti di rovere custodiscono il Negroamaro e il Primitivo, mentre il rosato salentino viene prodotto secondo il metodo ancestrale della macerazione breve.
📖 Leggenda: Secondo una vecchia storia, ogni vendemmia iniziava con il rito della prima pigiatura: il primo grappolo doveva essere schiacciato dai piedi del vignaiolo più anziano, per trasferire al vino la memoria della terra.
🍇 Vini di punta:
•“Novementi” (Negroamaro): Corposo, con note di liquirizia e spezie.
•“Calamuri” (Primitivo): Intenso, con sentori di frutta matura e cioccolato.
•Rosato “Fiore di Vigna”: Fresco, con note di rosa e frutti di bosco.
5. Masseria Quattro Macine: il tempio del vino
📍 Posizione: Tra Casamassella e Minervino
📅 Epoca: XVII secolo
📏 Tipologia: Masseria fortificata con palmenti rupestri
Descrizione: La Masseria Quattro Macine è un monumento alla cultura contadina salentina. Le mura spesse e le torri di guardia raccontano di un tempo in cui le masserie erano fortezze contro le incursioni dei pirati. Al centro, i palmenti rupestri ancora conservano l’odore del mosto e delle vinacce.
📖 Leggenda: Si narra che, durante le notti d’inverno, il fantasma di un vecchio vignaiolo si aggiri tra i palmenti, intento a controllare la fermentazione del vino, sussurrando antiche formule contro il malocchio.
►Escursione Hike & Trekking con Guida/di Gruppo a Calendario – Giornata Intera (6ore):
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Mezza Giornata (3 ore):
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- 40€ (3-4 px)
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Giornata Intera (6 ore):
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- 40€ (5-8 px)
- 30€ (9-12 px)
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Biglietto Ridotto del 50% per Bimbi e Ragazzi dai 10 ai 15 anni (accompagnati da almeno un genitore)
Biglietto Gratuito per Bimbi dai 6 ai 9 anni di età (accompagnati da almeno un genitore)
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